mercoledì, febbraio 28, 2007

Di anonime muraglie


Genova, febbraio 2007 - Letiziajp ©

Sono solo dettagli?
























Genova, febbraio 2007, letiziajp ©

martedì, febbraio 27, 2007

Pochi mobili infarinava la luna: un tavolino, un rustico canterano a tre cassetti dipinti di un viola che il chiarore anneriva, una poltrona ricoperta di sbiadita stoffa marrone, e dietro, sulla parete, il rustico scaffale dove si accalcavano file di libri... Ogni bacio mi feriva, mi lacerava, ma non come una pietra che infrange vetri, bensì come un ciottolo che cadendo nell’acqua provoca cerchi concentrici, e io nuotavo disperato, prigioniero nelle areole della frenesia, per salvarmi davo bracciate verso una sponda irraggiungibile e, al tempo stesso, desideravo che i cerchi concentrici non finissero, non finissero mai, consapevole, tuttavia, che ogni pietra è momentanea, ogni minuto fugace, ogni gioia passeggera, e che poi non rimane memoria sull’acqua.

(Manuel Scorza, La danza immobile)

venerdì, febbraio 23, 2007

giovedì, febbraio 22, 2007

Politica. Estera o Estranea?

Ogni odissea pone l'interrogativo sulla possibilità di attraversare il mondo facendone reale esperienza e formando così la propria personalità; la domanda se Ulisse - specie quello moderno - alla fine torni a casa confermato, nonostante le più tragiche e assurde peripezie, nella propria identità e avendo trovato e ribadito un senso dell'esistenza, oppure se egli scopra soltanto l'impossibilità di formarsi, se egli perda per strada se stesso e il significato della sua vita, disgregandosi anzichè costruirsi nel suo cammino. (Claudio Magris - L'infinito viaggiare)

Anche la nostra politica sembrava essersi messa in viaggio. Ma nessuno si era messo d'accordo con gli altri sulla destinazione finale. E l'odissea ha di nuovo inizio...

martedì, febbraio 20, 2007

Cuciture


Borgo Valsugana - febbraio 2007, letiziajp ©

giovedì, febbraio 08, 2007

Cecità


...la vecchia dovrebbe essere contenta, così non dovrà condividere con altri le sue galline e i suoi conigli, dovrebbe esserlo, ma non lo è, dagli occhi ciechi le spuntano due lacrime, per la prima volta si è domandata se avesse una ragione per continuare a vivere. Non ha trovato risposta, le risposte non vengono ogniqualvolta sono necessarie, come del resto succede spesse volte che il rimanere semplicemente ad aspettarle sia l'unica risposta possibile. (
José Saramago, Cecità)


Terribile questa incursione di Saramago nel significato più profondo dell'agire umano. Perchè non descrive nessun ghetto, nessun particolare, nessun momento specifico della storia. Narra semplicemente di quella nostra fragile natura animale, quell'essere ciechi di noi stessi di cui non ci accorgiamo mai, finchè la luce rimane accesa, accessibile, fuori di noi. Ma è solo quando la luce si spegne ai nostri occhi per accendersi dentro, a mostrarci cosa siamo realmente, che l'autentica cecità ha finalmente fine...

mercoledì, febbraio 07, 2007

Anche la rappresentazione
del mondo, come il
mondo stesso, è opera
degli uomini, i quali lo
descrivono dal loro punto
di vista, confondendolo con
la verità assoluta.

Tan-go


Buenos Aires, gennaio 2007, foto: letiziajp ©

martedì, febbraio 06, 2007

Sulla via del ritorno

L'aereoporto di Madrid è un brulicare di gente in transito. Seduti in un angolo di un caffe tiriamo le somme di cio che è stato di questa missione di Cassa Padana che in una decina di giorni ci ha portato in Ecuador, Argentina e Perù. Mi ripassano davanti agli occhi tanti immagini scomposte, paesaggi tropicali, montagne spoglie, caos di strade, fango e nebbia. Poveri, ricchi, funzionari d'alto rango, cooperanti,venditori ambulanti, gente che vende quello che puó agli incroci di semafori e caffè. Quanta umanità in questi pochi, ricchissimi giorni! Quante storie, quanti pezzi di vita che toccandomi mi hanno costretto a guardarmi dentro, per cercare risposte a tutti gli interrogativi inespressi di questo viaggio. Perchè siamo venuti fin qui? Perchè tante contraddizzioni, pesanti,stridenti, convivono in forme e modi diversi in tutti i paesi che abbiamo incontrato?

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venerdì, febbraio 02, 2007

Baires y Yo

Se ne è parlato tanto, i progetti che un tempo sembravano solo imprecisate utopie si stanno poco a poco concretizzando, vestendosi di date, azioni, partenze. L’Argentina, terra distante, sta generando aspettative. E come sempre alla vigilia di un grande viaggio, l’immaginazione si mette in moto per anticipare i contorni del paesaggio, il suono della lingua, le architetture e i colori della capitale. Io mi porto dentro l’esperienza di un anno trascorso tra Buenos Aires e le interminabili e polverose strade dell’interno del paese, ed oggi, alla vigilia di un nuovo ritorno, mi chiedo cosa ritroverò dell’Argentina che ho lasciato, esattamente un anno fa.
I giornali parlano da tempo di una ripresa stupefacente. E' il terzo anno consecutivo che la crescita dell’Argentina prosegue costante, ad una media del 9%. La disoccupazione è diminuita, le esportazioni aumentate, le principali riforme del sistema finanziario già in atto. All’indomani della crisi del 2001 si era parlato di positivo rimbalzo congiunturale, dovuto alla svalutazione del peso rispetto al dollaro. Oggi i numeri parlano di una crescita che si va consolidando e di una società che finalmente prende fiato. Ma è davvero così?

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