lunedì, gennaio 18, 2010

L'inizio di una conoscenza, che sia di persone oppure di cose, consiste nell'ottenere un contorno definito della nostra ignoranza.

(George Eliot)

lunedì, gennaio 11, 2010

Porto di mare

Le notizie dovrebbero nascere per veicolare abbastanza informazioni per farsi un'opinione. Questa di SkyTV sull'Hotel House - 480 appartamenti anni 70 alle porte di Porto Recanati (MC)dove vivono più o meno stipate circa 2000 persone, in grande maggioranza extracomunitari - a dir la verità mi ha lasciato...perplessa. La velocità dei tempi video si sa, è impietosa: raccogliere-comprimere-filmare-passare ad altro. Però, sarà che mi sento parte in causa, sarà che l'Hotel House si è stagliato per tanti anni come uno spillo inguardabile sull'orizzonte delle mie biciclettate da casa al mare e ritorno - non senza una punta, ammetto, di inquietudine nell'affrontare il tragitto a certe ore del giorno - sarà che ho un caro amico che ha tentato di amministrare quei condomini per anni e saprebbe raccontarci molte più storie di quelle racchiuse nei 3.30 del servizio. Sarà per tutto questo e per la sensazione, in fondo, di indignato stupore per la frase di chiusura del cittadino più illustre, che definisce l'inguardabile gruviera come "motivo d'orgoglio di questa città".


Non avremo mai registrato "motivi di intolleranza" - ed è proprio tutto da dimostrare - ma una soluzione dove non esiste integrazione, dove non c'è un progetto di cittadinanza e appartenenza, dove la periferia diventa canale di spurgo di operazioni immobiliari sempre orientate al massimo profitto a prescindere dagli effetti sociali, economici e culturali. Dove si vive stipati, dove si continua a parlare di Noi e Loro, dove non c'è dialogo nè conoscenza reciproca, dove si vive come vicini ma senza capirsi, negando qualsiasi flebile legame di comune appartenenza - come se il territorio non creasse radici comuni! - non è una soluzione di cui andare orgogliosi. Io non la definirei neppure una soluzione. E' una scelta di comodo avvenuta abbastanza per caso, che andrà bene finchè la "babele" sarà socialmente disciplinata e geograficamente contenibile. L'alternativa sarebbe ammettere che forse c'è qualcosa che non va nella gestione degli spazi urbani e della socialità in questo bel porto di mare, l'alternativa sarebbe discuterne, aprire spazi di confronto, mettersi in discussione, non certo per il mea culpa personale ma per il bene comune, che è poi il ruolo e la missione di cui è investito qualsiasi eletto alla cosa pubblica.
Un pò dura? Dall'estero l'attaccamento alle origini si sa, si fa più forte. In fondo in fondo resta lo sconcerto per una notizia che non mi ha dato strumenti per capire. A me che in quel paese ci sono cresciuta, figurarsi a chi ci arriva per caso, come succede sempre, nei porti di mare....

PS: grazie a Francesca A, per aver fatto girare la notizia...