mercoledì, agosto 20, 2008

La Montagna Sacra

"Se non sai renderti conto che dentro l'uomo c'è qualcosa che vuole accettare la sfida di questa montagna e che lo spinge ad affrontarla; che la lotta è la lotta stessa della vita per salire in alto, sempre più in alto, allora non sei in grado di comprendere perché noi andiamo a scalare. Ciò che riceviamo da questa avventura è gioia allo stato puro. E se tu poni la domanda, vuol dire che non puoi capire la risposta."

E' nato Kailash, un blog a me molto caro, che ha l'ambizione di ripercorrere con immagini e scrittura viaggi ai confini del mondo conosciuto, per permettere finalmente anche a chi è rimasto a casa, l'impagabile privilegio di assistere all'ascesa. Buon viaggio...

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giovedì, agosto 07, 2008

Posta celere

Tempo fa aspettavo un pacco. Mi avevano detto che me lo avrebbero mandato, un regalo, un paio di libri. Ma la certezza del suo arrivo non era tanto questa - poteva essere uno scherzo, una di quelle cose che si dicono tanto per dire..- quanto la telefonata di un corriere, che in un italiano strascicato aveva ripetuto più volte "come faccio ad arrivare a casa tua che nella carta non esiste?". Casa mia non esiste...me lo sono sentito ripetere più volte da altri postini come lui, troppo forestieri o forse solo troppo pigri per prendersi la briga di chiedere in giro. Come se per il solo fatto di abitare in piena campagna, in una stradina sterrata senza semafori e linee di demarcazione, sia una scusa sufficiente per spazzarmi via dall'elenco telefonico. Mi prese un'impazienza improvvisa quel giorno, un bisogno urgente di ricevere quel pacco che all'improvviso si materializzava nel mio immaginario come qualcosa di vivo e reale, in attesa di giungere finalmente a casa. Fu solo quando attaccai di malomodo la cornetta del telefono che mi resi conto di non aver dato al corriere nessuna indicazione, niente di niente, neanche il tempo di chiedergli dove recuperare il mio pacco se alla fine si fosse arreso di cercare in aperta campagna una casa senza campanello e senza nome. Panico. So di avere un dono in viaggio per me, dal contenuto imprecisato - libri? lettere? - e lo vedo allontanarsi poco a poco nella nebbia fitta delle missive perdute. Cosa succede quando un pacco non trova il suo destinatario? Torna indientro al mittente, continua a vagare per l'Italia, sballonzolato tra treni troppo lenti e mani appiccicose, finchè qualcuno non si stanca di timbrare e bollare e lui diventa improvvisamente.....orfano? Sono passati tre giorni da quella telefonata, tre interminabili giorni di trepida attesa, di sbirciate al portone, di orecchie tese, finchè non è arrivato stropicciato e lucido, oscillando come una foglia tra le mani scure di mio padre.E' stato proprio in quel momento, quando di colpo mi si è materializzato davanti, piccolo e malconcio, che mi sono resa conto che non era lui che aspettavo e forse neanche il suo contenuto. Quel pacco portava con sè l'aspettativa di un impercettibile cambiamento nello scorrere lento e regolare delle mie giornate. Alla fine non importava cosa avrei trovato dentro, passiamo la vita ad ordinare certezze come fili di panni, come filari di pini, perchè il solo fatto di tendere quei fili ci rende più sopportabile l'incertezza dell'orizzonte. E non ci rendiamo conto che l'unica cosa che ci mantiene vivi, giovani, forti, sono i piccoli eventi quotidiani che ci fanno deragliare dal binario preciso in cui abbiamo incamminato la nostra esistenza. Ecco perchè mi piaceva cosi tanto ricevere lettere. Trovarle infilate nella buca mi dava l'impressione che non tutto dipendeva da me, che non tutto era già scritto e deciso. Questo mi ha fatto venire in mente quel piccolo pacco ocra che ora ho davanti agli occhi, senza nessuna fretta di aprire.