lunedì, settembre 08, 2008

Il golfo dei poeti

"...veggo dall'alto fiammeggiar le stelle, cui di lontan fa specchio il mare...", cantava Leopardi perso nei versi della Ginestra. Parole dimenticate, che ho ritrovato incastonate in una lastra di marmo sulla parete di un sentiero a picco sul mare, a molti chilometri di distanza dalla terra natia del mio compaesano. Non ho ben capito cos'abbia a che vedere Leopardi con La Spezia, ma del resto, la location che ha voluto ricordare il poeta recanatese è più che azzeccata. Il Golfo dei Poeti, gomito di mare che si estende da Lerici a Portovenere - abbracciando tra due promontori spiagge, coste frastagliate, mare azzurro, antichi borghi e natura selvaggia - è stato amato e ricordato da poeti e scrittori come Shelley, Byron, Petrarca e Montale. E non faccio fatica a capire perchè. Quello di Portovenere è un mare che ispira, soprattutto se ci si arriva dall'alto, accompagnati da passi incerti, uliveti e natura aggrovigliata su 6 ore di sentiero a picco sul mare. La natura ha di stupefacente il fatto che ti permette di esserne parte e di osservare al tempo stesso, come dal di fuori, un didentro fatto di viottoli di terra battuta, barchette colorate, persone lontanissime, piccole e lente, che si muovono nei mercati come api assonnate, gente vip a bordo di barconi lussureggianti, che sfoggia un benessere sicuro ma mai sfacciato, protetto com'è dal contorno del mare. Portovenere è stato, da un certo punto di vista, un ritorno ad una realtà preconfezionata, dopo due giorni intensi passati a percorrere a piedi i cinque punti cardinali della bassa Liguria. Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore, paesini con una manciata di case che abbracciano la parete di roccia a strapiombo sul mare, per gettarsi verso l'alto, sviluppando vicoli e vicoletti, insenature di pietra tra le case punteggiate di orti, ulivi, vigneti fitti e odore di pesce arrostito. Sarà stata la tranquillità del finire d'agosto, che ha rinfrescato le serate e riportato la gente del posto a riappropriarsi degli spazi invasi dai turisti d'alta stagione. Sarà stata la suggestione dei tramonti, dove dalla terrazza del nostro B&B guardavo ogni sera lo stupore di un sole sciogliersi nel mare, lasciando il posto a un fiammeggiar di stelle mai disturbato dall'inquinamento luminoso dei miei giorni cittadini. Sarà stato tutto quel cicaleccio d'anziani, che ogni sera trovava posto sulle panchine di pietra davanti al mare, discutendo animatamente in un dialetto incomprensibile e salutando con un gesto lento della mano ad ogni mio passaggio. Insomma, porto a casa la sensazione di un'Italia di cui andare orgogliosi. A metà strada tra il chianti e il sud della Francia, le cinque terre non sono il posto più economico dove passare le vacanze, ma sicuramente un rifugio ben protetto dove scappare in un week end fuori stagione, per riconciliarsi con il nostro paese. Cosi meschino a volte, cosi poco incline ad essere lodato dalla stampa internazionale, ma nonostante tutto ricco di tante piccole pietre preziose, che sta solo al nostro buon senso non vendere per pochi denari, ma salvaguardare. Per noi, per non perdere quegli angoli dove andare per riconciliarsi col mondo. Altrimenti il futuro è incerto, rischiamo di perdere delle radici che ci appartengono, per andare alla ricerca di un turismo preconfezionato. Di quelle partenze comode dove giri il mondo senza sapere dove sei stato, chiuso nel perimentro sicuro e circoscritto di un villaggio-vancaze. Il B&B che mi ha ospitato bisogna avere la pazienza di cercarselo su Internet e arrivarci a piedi da Manarola attraverso un sentiero di gradini che sale per circa mezz'ora negli uliveti. E' una faticaccia che si può evitare, il Comune ha messo a dispozione navette a basso impatto ambientale. Ma vi assicuro che la scarpinata vale la gentilezza della gente del posto, la terrazza luminosa a picco sul mare e una delle colazioni più dolci e più lente che riusciate ad immaginare. Eppure..chissà cos'ebbe il privilegio di vedere a Portovenere Lord Byron solo duecento anni fa..
Fonte foto: Cinque Terre, agosto 2008 letiziajp ©