lunedì, aprile 28, 2008

Problemi generici, Soluzioni personalizzate...


Foto: Mercato, Santiago del Estero - Argentina 2008, letiziajp ©

mercoledì, aprile 23, 2008

Appuntamento a Trento

...dal 29 maggio al 2 giugno per la terza attesissima edizione del Festival dell'Economia. Leitmotiv di quest'anno "Mercato e Democrazia", declinato in molte salse, tutte decisamente commestibili anche per i non addetti ai lavori. Tutto il Programma cliccando qui.


Al lato, oltre alle numerose manifestazioni enogastronomicheculturalsociali, anche un concorso fotografico promosso da LaVoce.info, dal titolo Low Cost - organizzarsi una vita a basso costo. Direi che ognuno di noi può tirar fuori dal cassetto lo scatto giusto per partecipare...

martedì, aprile 22, 2008

Credito vuol dire fiducia?

"Presto dinero a bajos intereses. Pase Usted"
Ovvero, l'insegna pubblicitaria che più spesso mi è capitato di incontrare viaggiando in lungo e in largo per l'America Latina. Passate pure, offro prestiti a interessi bassissimi, seguite la freccia senza timore. E la freccia porta un po' dappertutto, dal garage di pezzi di seconda mano, al supermercato-farmacia, al tinello di casa di qualsiasi persona che una mattina si sveglia con l'ispirazione da bancario. Niente di formale insomma, ma che c'è di male quando nel nostro stesso paese formalità fa rima con elefantiaca burocrazia? Non ci scandalizziamo, la maggior parte delle volte la freccia l'abbiamo seguita con sincera curiosità. Il problema viene dopo, quando si inizia a discutere il significato (personalissimo) di cosa voglia dire "al più basso interesse".
Perché in America latina i tassi di interesse sui prestiti, siano essi applicati da istituti formali o da baracchine improvvisate, sono sempre altissimi, e non solo per i nostri schizzinosi standard occidentali. Bassi perché espressi in termini mensuali ma quando dei mesi si fa la dodicesima somma, l'interesse raggiunge e spesso supera il 100% del prestato. Nell'Italia contadina delle casse rurali, già cento anni fa questo tipo di pratiche le chiamavano "usura" (Ma in fondo pensando al credito al consumo, non serve andare tanto lontano...).
E allora spesso ci è capitato di ripercorrere la freccia al contrario, riportando in strada i buoni propositi e qualche arrabbiata riflessione. Riflessione sul fatto che la parola credito deriva dal latino credere (creditum) ossia "ciò che è stato affidato sulla fiducia". Fiducia. Data e riposta, a volte anche in assenza di garanzie reali, sulla base della conoscenza reciproca, del reciproco rispetto. Oggi però nel mondo sta succedendo qualcosa di bizzarro: la finanza internazionale prende il largo e nel trasporto dell'euforia generale inizia a credere nel denaro facile - la facilità banale dello speculare su ciò che non esiste. E quando il castello crolla, da tanto si passa al niente. E credito nell'era dei subprime diventa piuttosto sinonimo di rischio: da controllare, razionare, regolamentare.
Ecco che la regolamentazione internazionale in materia su questo si fa - giustamente? - rigorosa. Va bene per le grandi banche, ma il discorso di complica per quelle piccole, quelle legate al territorio e a della gente onesta, lavoratrice, che magari non ha garanzie reali e patrimonio da mettere in gioco - e quindi è considerata rischiosa, non finanziabile - ma è gente di cui dicono che ci si può fidare. Lo dimostrano i dati: il tasso di sofferenza delle istituzioni di credito popolare (microfinanziarie, casse rurali ecc..) in America Latina è in media del 2%. Basso. I poveri restituiscono. Ma il prestito deve essere onesto, deve avere un prezzo equo, non certo quello proposto dai signori del cartello esposto sopra. Tutti, ma davvero tutti, almeno una volta nella vita possiamo aver bisogno di un prestito, per realizzare i nostri progetti. Ma solo una piccola parte dei tutti, ancora oggi, ha accesso a un credito onesto. Il bisogno rimane, se un povero è scartato da una banca perché rischioso troverà qualcun altro disposto a finanziare, a qualunque prezzo. Mettiamo da parte i pregiudizi: oggi nel mondo l'accesso al credito è ancora un diritto disatteso, ancora un elemento di priorità. Anche da questo dipende uno sviluppo sostenibile. Non solo degli altri, sto parlando anche del nostro paese. Pensate tra qualche anno a che panorama, se di fianco a casa vostra iniziassero a spuntare insegne pubblicitarie cosi...

Foto: Puno, Perù, febbraio 2008 letiziajp ©

lunedì, aprile 07, 2008

venerdì, aprile 04, 2008

Un fiore per Moki


Si chiama anche "non ti scordar di me", ma mia nonna diceva che erano "gli occhi di Maria" e se cercavi di toccarli con troppo trasporto, la corolla blu volava via e si trasformava in tante piccole lacrime. Mia nonna mi diceva di non coglierli mai, di limitarmi a guardare, e allora tutti quei piccoli occhi sgranati si sarebbero tramutati in un unico grande sorriso.
Oggi lo regalo alla Moki, insieme al mio abbraccio.

mercoledì, aprile 02, 2008

Il bisogno di chiamarsi e basta

E' in questo silenzio dei circuiti che ti sto parlando. So bene che, quando finalmente le nostre voci riusciranno ad incontrarsi sul filo, ci diremo delle frasi generiche e monche; non è per dirti qualcosa che ti sto chiamando, nè perchè creda che tu abbia da dirmi qualcosa.
Ci telefoniamo perchè solo nel chiamarci a lunga distanza, in questo cercarci a tentoni attraverso cavi di rame sepolti, relais ingarbugliati, vorticare di spazzole di selettori intasati, in questo scandagliare il silenzio e attendere il ritorno di un' eco, si perpetua il primo richiamo della lontananza, il grido di quando la prima grande crepa della deriva dei continenti s'è aperta sotto i piedi d'una coppia di esseri umani e gli abissi dell'oceano si sono spalancati a separarli mentre l'uno su una riva e l'altra sull'altra trascinati precipitosamente lontano cercavano col loro grido di tendere un ponte sonoro che ancora li tenesse insieme e che si faceva sempre più flebile finchè il rombo delle onde non lo travolgeva senza speranza.
Da allora la distanza è l'ordito che regge la trama d'ogni storia d'amore come d'ogni rapporto tra viventi, la distanza che gli uccelli cercano di colmare lanciando nell'aria del mattino le arcate sottili dei loro gorgheggi, così come noi lanciando nelle nervature della terra sventagliate d'impulsi elettrici traducibili in comandi per i sistemi a relais: solo modo che resta agli esseri umani di sapere che si stanno chiamando per il bisogno di chiamarsi e basta.

Italo Calvino "Prima che tu dica pronto"