Genova, febbraio 2007 - Letiziajp ©
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"Reescribí todos los cuentos otra vez desde el principio en ocho meses febriles en los que no necesité preguntarme dónde terminaba la vida y dónde empezaba la imaginación...la escritura se me hizo entonces tan fluida que a ratos me sentía escribiendo por el puro placer de narrar, que es quizás el estado humano que más se parece a la levitación" Gabriel Garcìa Marquez, Doce cuentos peregrinos
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Genova, una citta` saltata fuori dai miei sogni di bambino, una vertigine di case che partono dall`acqua e che si arrampicano l`una sull`altra, tutte affacciate a strapiombo su un porto enorme e fantastico, un porto di navi gigantesche che sbuffano, partono e arrivano. Genova, una citta` troppo grande per il piccolo mare che ha di fronte, un porto che ha l`odore di tutti i mari del mondo, che fa riemergere ricordi sconosciuti di terre lontane, di un tempo indefinito e cristallizzato, il tempo della liberta`, del corpo e del pensiero. Vado a Genova, mi immergo nella citta` e divento me stesso, mi fermo su una banchina e viaggio, bighellono nei depositi in disuso del porto vecchio e mi sento vivo.
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