martedì, settembre 25, 2007

Informazione...viscosa

"Mattel fa marcia indietro e si scusa con Pechino. Ieri l'azienda che produce le Barbie, travolta dallo scandalo dei giocattoli realizzati in Cina e ritirati dal mercato per l'eccessiva concentrazione di piombo nelle vernici, ha fatto ammenda con i propri clienti, ma soprattutto con Pechino, dove i pezzi tossici sono stati prodotti. Il Governo cinese, finito sotto accusa per i suoi standard di sicurezza, è stato cosi scagionato dalla stessa corporation" (Simone Filippetti, Sole24Ore 22/09/07)

A metà agosto Mattel aveva accusato i fornitori cinesi di violare standard e requisiti di sicurezza nella produzione di giocattoli, costringendo l'azienda a ritirare dal mercato più di 20 milioni di pezzi made in China. Ma poco dopo il capo dell'amministrazione generale cinese sul controllo qualità aveva rilevato che il difetto derivava dalla progettazione e non dalla produzione, evidenza che porterà il direttore esecutivo di Mattel, il 12 settembre, a porgere le sue "sincere" scuse ai consumatori Usa e a Pechino. Tocchi e contraccolpi di un'informazione viscosa, che sembra sempre passare troppo al di sopra della nostre teste. In un momento passeggero da conspiracy theory mi viene quansi da pensare che dietro tante giravolte debbano esserci dei serissimi studi di impatto, che non riguardano certo la nostra salute ma piuttosto il trend della visibilità in seguito ad una certa azione. Una volta che un paese, un governo, una persona, vengono pubblicamente screditati sulla piazza del pubblico dissenso, che impatto hanno nel subconscio dei consumatori le "sincere scuse" del pentito accusatore? La Cina continueremo a guardarla con sospetto anche dopo il dietrofront pubblico di Mattel, perchè le parole trasmesse via cavo hanno un peso fluido e un senso disarmante, che rimane impresso nella retina ancor prima che nella memoria. E anche perchè quel continente cosi misterioso, immenso e incomprensibile agli occhi dei più deve lavorare ancora molto per rendersi accessibile, credibile, affidabile. Di sicuro non è solo questione di decodificazione del linguaggio.

Un esempio di come una corretta informazione possa essere determinante per la nostra vita? Me lo manda la mia amica Monica, che da anni ci lavora e che spero continui sempre a mantenermi vigile anche sui più piccoli dettagli del quotidiano: "The brave new risks of nanotechnology", Financial times

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