martedì, marzo 13, 2007

DIS-CARICHE

Qualche giorno fa ero seduta ad un tavolo di un caffè, parlavamo di viaggi, di passioni e di lotta alla povertà. E qualcuno provocatoriamente ha detto: "Ma se tutti i paesi poveri raggiungessero il nostro livello di sviluppo, con il tasso di inquinamento mondiale attuale dove andremmo a finire?".
Come se i paesi poveri solo per essere tali fossero dei paradisi intatti di sostenibilità ambientale...la povertà non permette a tutti di avere a fine giornata un pasto decente, un mezzo di trasporto, un diritto protetto, un minimo livello educativo per non parlare di quello salariale. Ma al contempo la povertà è permissiva in tanti altri campi, uno di questi è proprio quello delle legislazioni ambientali. Perchè un paese povero è spesso agli ordini di un'èlite di contabili d'azienda, che considerano che sia molto più economico comprare automobili europee anni 80, altamente inquinanti, e alimenti scartati per normative sanitarie "troppo" stringenti. Ovvio, per quegli stessi paesi europei, che di tanti materiali obsoleti o banditi dal mercato alimentare non sanno più che farsene, è molto più facile liberarsene in maniera produttiva: vendendoli ai paesi in via di sviluppo. Notizia di pochi giorni fa: il riso ogm Bayer rifiutato dall’Unione Europea, a causa della presenza di sostanze cancerogene rilevate dalle autorità sanitarie di Bruxelles, è finito in Messico, che a sua volta l'aveva comprato dagli Stati Uniti. Solo 17 anni fa il Messico produceva tutto il riso che consumava: il settore dava lavoro a 25 mila contadini che seminavano poco più di 250 mila ettari; oggi si coltivano appena 65 mila ettari, e i produttori di riso sono poco meno di 5.400. Uno a caso dei tanti effetti del trattato di libero commercio dell’America del Nord (Nafta) in vigore dal primo gennaio 1994 tra Canada, Messico e Usa. Lo steso dicasi per il nuovo Trattato che sempre gli USA hanno firmato con i paesi del Centro America.

Della povertà dobbiamo preoccuparci ma non certo per le questioni ambientali che potrebbe generare un eventuale sviluppo globale. Quanta ipocrisia c'è nel dire che la povertà crea asservimento? Paesi interi sono diventati discariche redditizie di ciò che non ci serve più. Alla faccia della cooperazione internazionale e di una crescita attenta alla sostenibilità...

1 commento:

Moki ha detto...

...senza contare che lo sviluppo, se sostenibile e non mera crescita economica, contribuisce a proteggere e non a distruggere l'ambiente. Sviluppo significa nuove tecnologie meno inquinanti. Sviluppo significa anche maggiore attenzione e valorizzazione delle risorse che la poverta' non fa percepire come tali. Sono stati scritti libri su libri e tesi su tesi sull'argomento, dalla curva ambientale di Kuznet http://en.wikipedia.org/wiki/Kuznets_curve ai programmi dell'UNEP ...credo che la conclusione sia univoca: sviluppo economico e ambiente non sono in contraddizione , anzi, l'uno puo` contribuire alla salvaguardia dell'altro... sempre se si evitano gli errori del passato... Ed e' questa la sfida + difficile, ma non per questo si puo' negare ad altri popoli il diritto allo sviluppo.