martedì, marzo 13, 2007

La "nuova" coscienza di Zeno

Ci pensavo proprio ieri mentre ero in farmacia, in coda per la consueta "curetta da cambio di stagione". Mentre aspettavo pazientemente il mio turno sono stata sopraffatta dalla molteplicità di scatole che occhieggiavano tra gli scaffali: 200 prodotti diversi per la cura del raffreddore, 150 per l'igene intima, altrettanti per la digestione, gonfiori di pancia, borse sotto gli occhi, mal di testa e nevralgie. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata: ma come facevamo prima che scoprissero che stiamo così messi male? Sbam, il marketing aziendale ha fatto centro, le medicine esistono e sono tantissime, ergo altrettante devono essere le rispettive malattie. FUORI DA OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO, siamo degli esseri irrimediabilmente malati.

Per fortuna la farmacia da qualche tempo ha installato la macchinetta salvacode, esattamente come al banco dei salumi del supermercato. Perchè avere 20 numeri davanti a me mi ha permesso di pensarci su, evitandomi di comprare un cestello di inutili e ugualissimi saponi antibatterici. E rendermi conto che a volte, con questo nostro occidentalissimo terrore della caducità, diventiamo le prede perfette di un azzecato bombardamento pubblicitario. Se per caso di fronte a tante cianfrusaglie mediatiche ci rendessimo conto conto che solo l'effettiva necessità può creare il rimedio, e non viceversa, ci concederemmo il tempo di sfogliare questo libro. Jörg Blech potrebbe anche essersi sbagliato, ma una cosa inappellabile mi sembra che l'abbia capita: la nostra salute rischia di essere svenduta agli interessi poco occulti che girano attorno alla medicalizzazione della nostra società.

Jörg Blech, "Gli inventori delle malattie. Come ci hanno convinti di essere malati", Edizioni Lindau

1 commento:

Anonimo ha detto...

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SALUTE

FRANCESCO MONALDI