martedì, luglio 04, 2006

BUON COMPLEANNO, CARO ANTONIO

Della lettera che mi hai mandato rendo collettiva solo la conclusione, per rispetto all'intimità delle tue riflessioni, e perchè condensa in poche righe tutte le mie imprecisate nostalgie. Nonostante ciò, ammetto di aver resistito a stento a pubblicare interamente i tuoi pensieri, che sento di condividere così tanto...sarà l'anima latinoamericana che inevitabilmente ci è rimasta intrappolata dentro? Buon compleanno, caro Antonio, con l'augurio di rivederci presto, in quel Sud che mi manca così tanto...

"Chiedo scusa per questa lettera tanto semplice, tanto poco intellettuale, e forse lunga, noiosa e inutile. In realtà non ho altre parole per esprimere quello che penso. Non ho altre parole per definire l’omogeneizzazione alla quale tutti siamo in qualche modo abituati. Possiamo vivere solo all’insegna della normalità. Tutto ciò che superi i limiti della normalità è considerato estraneo, alieno, pericoloso. Sembra che non esista nessuna alternativa che vivere nella normalità o in altre parole, seguire le stesse mode, vestire allo stesso modo, inseguire lo stesso tipo di felicità e lo stesso tipo di sorriso. Non è permesso essere tristi per più di un momento. L’unica maniera di sopravvivere è essere sempre allegri, svegli, pronti per affrontare la vita. Ho incontrato davvero poce persone, fino ad oggi, in questo Mondo, che sappiano accettare allo stesso modo la felicità e la tristezza, che di facciano carico allo stesso modo delle proprie vittorie e delle proprie sconfitte, che vivano serenamente la vita accettando sé stessi, come individui libri ed imperfetti. Così mi ritrovo qui, all’inizio della mia quarta decade, a brindare virtualmente con tutti voi che ho scelto perchè riceveste questa lettera, in nome della mia età, nonostante la quale ho deciso di continuare ad essere bambino, continuare ad essere sogantore, continuare ad indignarmi, a ridere ed a piangere, a lottare contro l’indifferenza. Mi ritrovo qui, ringraziandovi tutti per avermi permesso incrociare la vostra vita per lo meno per un istante. Dal Sud del Sud, Giugno 2005, Antonio"

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