giovedì, luglio 17, 2008

Pasta, pizza e...?

"Capitale sociale, ambiente, qualità della vita, senso della bellezza, storia. Tutto questo compone una miscela di fattori materiali e immateriali in grado di creare un modello di sviluppo specifico, con una dimensione di ricchezza che non si limita alle cifre puramente economiche" (Paolo Bricco, Più qualità nella crescita", Sole24Ore 17/06/2008)

Per Emerte Realacci, recensito da Paolo Bricco, la qualità è un valore che le statistiche internazionali sottovalutano e che invece costituirebbe quel plus che ci permetterebbe di conquistare nuove fette di mercato, a discapito delle più pessimistiche previsioni di una crescita allo 0,4% e statistiche mondiali che ci vogliono impietosamente sempre tra gli ultimi della classe. Ma in fondo, basterà mettere un marchio Made In Italy - nuovo di zecca, luccicante e innovativo - appiccicato sopra la solita "pasta piazza e mandolino", per vederci di colpo schizzare in alto nelle classifiche che tengono conto della qualità? Ho come l'impressione che del marchio abbiamo già abusato, forse ci vuole una cultura diversa anche nel saper fare... e che questo non possa prescindere dall'innovazione, prima di tutto innovando nel modo in cui ci vedono gli altri, fuori da questo caro, vecchio, sclerotico stivale. Del resto conta molto "come ci vedono gli altri", molto di più di come siamo realmente. In fondo è proprio questo che voleva dire Realacci ma, volendo banalizzare, le conclusioni a cui arriva sono per certi versi italianissime: certo abbiamo i nostri limiti (il Sud?) ma per la maggior parte delle cose sono loro ad aver sbagliato indicatori, per questo dalle statistiche risultiamo appiattiti...manca la dimensione qualitative della nostra bravura! Invece io credo che al di là del contenuto (...senso della bellezza, storia...) è la forma in cui viene presentato a fare la differenza, almeno in un mondo che vive di "breve periodo". E ainoi, nonostante il nostro didentro amalgami egregiamente le vicissitudini più o meno gloriose di grandi uomini, riusciamo sempre a presentarci all'esterno con un certo fragoroso baccano. Forse è quel nostro assiduo gesticolare che alla lunga ci frega, gli altri restano a guardarci a bocca aperta, ma non sai mai fino in fondo quanto riescano a capire....

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