giovedì, settembre 20, 2007

La chiamavano cooperazione Sud-Sud ma....

Il Governo di Kinshasa ha recentemente annunciato che il Governo di Pechino è pronto a concedere alla Repubblica Democratica (?) del Congo un prestito di 5 miliardi di $, con la possibilità che diventino 8 nel medio periodo. La Cina che corre in aiuto dell'Africa, non è la prima volta del resto. Nel 2004 Pechino aveva offerto finanziamenti ingenti anche all'Angola e poi al Sudan, alla Nigeria e allo Zambia, in una corsa all'aiuto che solo superficialmente potrebbe apparire una formula complessa di "cooperazione Sud-Sud". Guardiamo più a fondo, cosa accomuna i paesi prescelti da Pechino per la sua crociata africana? Ingenti riserve minerarie. Oro, nickel, stagno, rame e cobalto e in Nigeria anche greggio. Ma stiamo parlando anche di paesi sconvolti da guerre civili, dove i processi di democratizzazione sono in atto da anni ma non hanno mai messo radici, come specchietti fragili dietro cui si nascondono élites corrotte, che nella guerra vivono e speculano ai danni dell'intera nazione.
La Cina non è il Sud, ma un gigante economico in continua crescita e la contropartita alle sue strategie d'aiuto è palesata fin dagli accordi siglati con i governi africani. Come riportato da Roberto Bongiorni (Sole24Ore 19/09/07) la Cina otterrà in cambio dei suoi generosi investimenti concessioni minerarie e faraonici progetti infrastrutturali dove saranno coinvolte imprese cinesi. La verità è che Pechino si è ormai affermata come "la grande multinazionale della ricostruzione africana" e non si fa molti scrupoli a difendere i suoi nuovi clienti davanti alla Comunità internazionale quando i loro affari interni diventano casi evidenti di violazioni dei diritti umani.
La prima tranche concessa al Congo servirà a costruire ospedali, cliniche e università. Ma soprattutto a tagliare in due una foresta vergine per la costruzione di 3400 km di autostrada che dovrà collegare il Congo allo Zambia, dove mamma Cina ha investito 800 milioni di $ in miniere di rame. E le compagnie minerarie mondiali si lamentano perchè non riescono a tenere il passo del Grande Dragone nella sua modernissima campagna alla colonizzazione di un continente martoriato. E quando tutte le risorse saranno sfruttate, succhiate, esportate, dove si rivolgerà l'avidità del continente più popoloso del mondo? Ma soprattutto, che fine fa in questi casi l'intransigenza morale che le democrazie Europee sono disposte a sfoderare con altri paesi considerati...scorretti? Business as usual....

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