giovedì, gennaio 25, 2007

Italia-Ecuador, nuovi accordi

Lungo il tragitto facciamo spesso soste fuori programma, per visitare le comunità che incontriamo ai lati della strada. Immancabilmente nugoli di bambini ci corrono incontro, per fermarsi a qualche passo, intimiditi ma anche spavaldi, corteggiandosi sul riflesso delle nostre macchine fotografiche. Sono tanti e sono sempre più piccoli della loro effettiva età, i bambini delle comunità indigene delle ande ecuadoriane. Coloratissimi e rossi in volto, coi capelli intrecciati coperti da buffi cappelli, i tradizionali copricapo a punta che ricordano la sagoma di un minuscolo vulcano. I bambini dell’Ecuador sono l’anima di questo paese, lo specchio di tutte le immagini che abbiamo visto in questi anni di progetto Microfinanza Campesina. Ma è solo in questi giorni che mi sto rendendo conto della vita che si svolge dietro quelle fotografie, vita che in queste comunità isolate è fatta di poche case grezze, strade polverose, pavimenti di terra, spazi stretti equamente divisi tra la famiglia e i cuyes, i porcellini d’india tipici di queste zone. Mi guardo intorno e leggo negli occhi dei miei compagni di viaggio la stessa inespressa domanda: come possono vivere così?

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Foto: letiziajp ©

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