mercoledì, ottobre 11, 2006

A castagne

Squarci in galleria, come finestre nella vita interiore.
Il sole riflette i luccichii del porto ed il lago è una coperta di luce sulla quale passeggiare. Lo sguardo che mi accompagna non abbraccia l’intero paesaggio, ma si sofferma, di tanto in tanto, su indistinti contorni. Sono quelle giornate sulla soglia dell’inverno, quando il freddo mattutino non ha più sfumature, ma poi le ore riflettono odori che richiamano, ancora, rimasugli d’estate.
La strada è piena di curve che salgono a gomito verso l’alto. E’ una mattina ideale per raccogliere castagne - ottobre - ne sento già il profumo, croccante e pungente, arrotondato dal gusto rosso di un bicchiere di vino. A sinistra il paesaggio si offre turgido e pigro.
E’ ancora domenica e mi chiedo se siamo noi a dar vita ai nostri stati d’animo o se sono essi a giacere lì, innati e inevitabili, in attesa che dettagli impercettibili di contingente li strappino dalla loro lenta profondità, per inondarci all’improvviso - di ombre e di luci - l’anima.

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