
Nel frattempo, il Venezuela di Chavez, apportando a pretesto la presunta minaccia d’invasione da parte degli Stati Uniti, ha annunciato che rinnoverà i propri arsenali.
Sono solo barlumi di un dibattito che negli ultimi mesi sta generando clamore, non soltanto nelle stanze dell’intelligence occidentale. L’America Latina oggi fa notizia e i toni dei neoeletti, nelle neonate democrazie del continente Sud, fanno pensare che i contenuti stiano cambiando, in una direzione che Washington non sembra aver accolto con troppo fervore.
Da terra di conquista europea a cortile di casa del potente vicino Statunitense, l’America Latina è per decenni rimasta stretta nel laccio degli interessi economici delle proprie élite locali - connubio tra ricchi latifondisti e onnipresenti corpi militari – caldamente incoraggiate da Washington, che così dichiarava ufficialmente il proprio appoggio alla “stabilità politica ed economica dell’America del Sud.” Ma il discorso, ormai familiare, sul sostegno a governi “legittimi” per la diffusione della democrazia e del libero mercato, non è quasi mai fine a se stesso e gli interessi impliciti negli accorati discorsi statunitensi si chiamavano allora, come oggi: risorse naturali...
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