venerdì, agosto 11, 2006

LA MATEMATICA DEI FIAMMIFERI

Un fumatore qualunque, magari in un attimo di riposo, seduto comodamente ad osservare i riccioli di fumo elegantemente espulso nel tentativo di realizzare finalmente la spirale perfetta, si è mai domandato quanti alberi può bruciare nella sua vita sotto forma di fiammiferi o dell’impatto climatico che potrebbe avere il butano consumato sotto forma di accendini usa e getta?
Quesito bizzarro, ma come sempre anche a questo esiste una risposta ed è fondamentalmente questione di matematica. Iniziamo dalle stime dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), secondo le quali la sommatoria dei fumatori mondiali consuma giornalmente 15 miliardi di sigarette. Mentre dalla Swedish Match veniamo a sapere che da un singolo pioppo di taglia media si possono ricavare circa 1 milione di fiammiferi. Facendo due calcoli e supponendo che tutte le sigarette di cui sopra vengano accese utilizzando i fiammiferi di cui sotto, ogni giorno se ne andrebbero in fumo circa 15mila alberi.
Visti i volumi, le fabbriche di fiammiferi dovrebbero avere un gran bel da fare, tanto che secondo stime delle Nazioni Unite l’industria dei fiammiferi in India dà lavoro a 250 mila persone. Peccato che l’India sia un paese extraeuropeo, dove non valgono le rivendicazioni sindacali che dal lontano 1888 valsero agli operai addetti alla produzione di fiammiferi negli stabilimenti di Londra, migliori condizioni e rispetto dei loro diritti. Giusto poco tempo fa, la BBC denunciava in un suo documentario lo sfruttamento dei bambini minori di 5 anni nel Tamil Nadu - sempre India - costretti a lavorare 16 ore al giorno, immergendo stecchetti di legno in vasche di zolfo rovente per due dollari alla settimana...

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