giovedì, giugno 22, 2006

ORGOGLIO TRANSGENICO

"Non dimentichino gli europei, che sono tanto preoccupati per lo sviluppo dell'America latina, che gli OGM hanno permesso di estendere le coltivazioni a nuovi terreni prima inutilizzati, in regioni dell'Argentina come Salta, Jujuy e Santiago del Estero, che erano molto povere e che negli ultimi anni hanno migliorato nettamente il loro livello economico" esordisce battagliero Jorge Romagnoli, proprietario terriero della provincia di Cordoba, in una intervista al Sole24Ore (cfr. Sole24Ore 22/06/06 L.M.). E in effetti come dargli torto? La ripresa argentina dopo il crollo del 2001 è dovuta in gran parte al boom della soia, reso possibile dalla forte domanda cinese e dall'utilizzo del transgenico. Mentre in Europa il dibattito sugli "OGM si, OGM no" inferve, in Argentina transgenico significa solo migliore produttività dei campi, tanto che attualmente il Paese è, dopo gli USA, il più grande produttore di alimenti transgenici nel mondo: la soia coltivata è al 99% OGM, il mais al 50% e il cotone al 20%. Certo, per un produttore europeo è difficile immedesimarsi in un esportatore argentino, per il quale i prodotti agroalimentari rappresentano la metà delle vendite all'estero e non godono di nessun sussidio alla produzione. In tal senso gli OGM costituiscono per l'Argentina un fattore di competitività al quale è diventato ormai impossibile rinunciare, tanto che, osservando il dibattito sul transgenico che infiamma dall'altro lato dell'oceano, si profilano interrogativi allarmanti: "se aumenteranno le preoccupazioni anche per l'alimentazione animale e, ad esempio, la Danimarca proibirà l'uso dei prodotti OGM per i suoi maiali, che faranno gli argentini (...) che ormai coltivano solo soia transgenica?" Ritornare indetro ormai, oltre ad essere difficile, è anche troppo costoso. Le autorità e i coltivatori argentini hanno puntato tutto sugli OGM, nonostante l'incertezza che domina su qusto tipo di prodotti, all'insegna della familiare politica del "aumenta il rendimento e riduce i costo ora, domani si vedrà".

Ed è proprio questo atteggiamento che dovrebbe preoccupare di più, ancora prima di pur legittimi interrogativi sulla sicurezza dei prodotti. Del resto il protocollo argentino sugli OGM è portato ad esempio in tutto il mondo, ma altrettanto non si può dire per le scelte del Paese in materia di politica economica e finanziaria. Bisognerebbe chiedersi se non sia il caso di non farsi prendere troppo dall'entusiasmo del presente, vizio passionale in cui ogni tanto questo paese così ricco e florido sembra inciampare, per buttare un occhio ad obiettivi di lungo periodo. Basterebbe anche solo sbirciare dal lato del vicino Brasile, dove è stato predisposto un sistema di silos separato per OGM e non nei porti, nel caso si imponga la necessità di compiere una differenziazione...

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Gli ogm dici?...mi viene in mente qualcuno che saggiamente ha detto
" alla natura si comanda solo obbedendo alle sue regole"

....eppoi Terzani in "LA FINE E' IL MIO INIZIO"
pag 409:
"che cosè questa civiltà?....è la ragione andata matta, andata matta per l'economia. L'economia è diventata il criterio principale di tutto, non ci sono altri valori. Perchè produrre sempre di piu', fare sempra piu' scorie? cè qualcosa di perverso nel modo in cui l'uomo vede se stesso nel mondo. Non si vede!Ha perso davvero la connessione cosmica. Si vede li', nella sua piccola sfera.Vede solo il suo piccolo mondo, non si vede in relazione al grande mondo.....Mi viene in mente la Bhagavad-Gita: tu fai quello che devi fare. Poi se il mondo si salva o no non è nelle tue mani."

francesco monaldi