venerdì, giugno 16, 2006

...IN COSA DAVVERO SI CREDE

E' curioso che la mail della mia amica Anna (quella del post sotto) mi sia arrivata proprio oggi, dopo tutti i pensieri vagamente esistenziali che mi ha provocato l'ultimo film di Ken Loach, vincitore dell'ultimo festival di Cannes. Forse quelli della mia generazione che vedranno questo film si porranno le stesse domande, forse no, io provo a formularne una, con un punto interrogativo che non pretende risposte, un pensiero a voce alta ecco: esiste oggi in Italia qualcosa di irrinunciabile per cui battersi? Come collettività intendo, come massa organizzata attorno ad un'idea tanto forte da superare la barriera dei particolarissimi interessi personali...Ma è il punto di partenza forse ad essere inesatto, perchè alla fine "è facile sapere contro cosa si combatte. Più difficile è sapere in cosa davvero si crede".

The Wind That Shakes The Barley, Ken Loach, Cannes 2006.

1 commento:

Anonimo ha detto...

A me sembra, senza voler essere troppo destabilizzante, che con la rivoluzione industriale e l'avvento dell'INDUSTRIALISMO (in entrambe le sue due varianti LIBERISMO e MARXISMO ) e di sua sorella maggiore la SCIENZA ECONOMICA dei vari Adam Smith, Ricardo ecc... i valori precedentemente alla base della società di discendenza giudaico-cristiana, cioè i valori cristiani (al di là della loro maggiore o minore bontà), siano stati sempre piu' progressivamente scalzati da altri riferimenti, piu' funzionali al nuovo tipo di ottica e piu' interni al nuovo meccanismo socio-economico-industriale.
I due ideologismi laici in sostanza, fondati sull'idea che l'uomo fosse naturaliter un homo aeconomicus, ed entrambi industrialisti, progressisti, positivisti, mercantilisti, doveristici, proiettati verso il futuro, illuministi, razionalisti, materialisti, economicisti, ottimisti, non avevano bisogno dei valori cristiani (o di chi per loro) ma piuttosto, essendo basati sul meccanismo domanda-offerta-prezzo ma soprattutto produzione-consumo-produzione (che ad oggi si è trasformato in un paranoico consumo-produzione-consumo) li ha dissolti, svuotando quell'ampolla di certezze senza riempirla pero' di nessun altro riferimento o valore che non fosse di natura mercantilistica, economica, monetaria.
Dio è tendenzialmente morto insomma negli ultimi due secoli( cosa che puo' non essere necessariamente un male), al suo posto pero' i nuovi dei sembrano essere, e qui saro' fin troppo banale e retorico, il successo, il denaro, gli agi, i vizi, il lusso, e i suoi motori sembrano incarnarsi nella televisione, nella pubblicita',nel marketing, nella creazione di bisogni surrettizi ed eterodiretti, nelle scemenze alla beautiful, maria de filippi, veline ecc......in una parola il NULLA.
Mi sembra inoltre particolarmente curioso che noi, ad oggi, alla disperata ricerca di riscoprire valori religiosi che non ci calzano piu' poi cosi tanto bene ma che diano comunque maggior senso ad un'esistenza che al di là dell'assordante e inutile rumore di fondo appare vuota, si tenti di impedire agli altri di vivere i loro (vedi mondo arabo).
Ecco perche al tema "in cosa davvero si crede" non so' rispondere, perchè il nulla, cosi come lo zero in matematica non sono niente, non hanno consistenza, semplicemente non sono.
Per quel poco che conta specifico: non ho parlato di me. :-)

Francesco Monaldi