venerdì, ottobre 05, 2007

La geopolitica dei maglioncini

La United Colors torna a far discutere, questa volta con un risultato sorprendente: mettere Iran e Stati Uniti dallo stesso lato della barricata. La guerra in questione fortunatamente è solo dialettica e riguarda l'aggressiva campagna d'espansione commerciale del gruppo Benetton in Medio Oriente. In ogni caso nessuna pace fatta tra Teheran e Washington, l'imputato è lo stesso ma le similitudini finiscono qui. Le ire dell'Iran contro l'azienda di Porzano Veneto sono tutte ispirate alla morale e riguardano la cattiva influenza che la moda italiana potrebbe avere sulle donne iraniane. Le paure degli Stati Uniti vanno invece nella direzione opposta.
Essendo quotata nella Borsa Americana, nel corso degli ultimi mesi la Sec - la Consob USA - si è affrettata a chiedere alla Benetton rassicurazioni sul fatto che gli affari del gruppo italiano non stessero in qualche modo riempiendo le tasche del governo di Teheran, iscritto da tempo nella lista nera americana degli "Stati canaglia" insieme a Cuba e alla Siria. La questione con gli americani si è risolta con un "nulla da eccepire" della Sec e la battaglia politica iraniana non sembra preoccupare più di tanto la Benetton, che continua la sua campagna di espansione nella regione, dichiarando tramite un proprio portavoce che l'obiettivo "è quello di espanderci in modo capillare in tutte le più importanti città della Repubblica islamica".
Di certo l'espansione della United Colors nel mondo contribuirà più ai processi di omologazione delle mode che di risoluzione dei conflitti. E' anche vero che l'azienda è stata più volte attaccata per mancata responsabilità sociale, ma questa è un'altra storia, un altro capitolo da approfondire. Piuttosto, l'espansione dei colori e dei modelli di casa Benetton in un Medio Oriente in alcuni casi sempre più chiuso in se stesso, potrebbe contribuire indirettamente ad aprire spiragli nelle maglie di governi poco propensi a mettere in agenda la voce "libertà di espressione". Tema difficile e controverso che va ben oltre le tensioni geopolitiche di due governi nemici. Ma una nota positiva possiamo trovarla: finalmente è l'espansione di un'azienda di maglioncini a fare notizia e non quella di eserciti sul piede di guerra.

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