martedì, giugno 26, 2007

Costruendo Babele?

"C'era una volta il centro storico di una città lombarda , vecchie case piene di stoffa e muffe, in mano quasi esclusivamente a tre famiglie (Boscain, Morosini, Tinti). Cominicarono ad affittare i locali, spazi sempre più piccoli a prezzi sempre più alti. Li potevano pagare i clandstini e i disperati. Magari i fuorilegge. Vennero i senegalesi, vennero gli albanesi, poi i cinesi, i pakistani. Stretti tra loro gli uni accanto agli altri. Questa è la caratteristica unica, forse la mondo, della Babele del Carmine (n.d.r. Contrada del camine, cuore del centro storico di Brescia): percorri una strada e fai il giro del pianeta. (...) E' cambiato tutto e ancora di più cambierà. Al Carmione, se vedi un cane o un gatto è italiano, se vedi un bambino è di uno straniero. La scuola all'ora di ricreazione sembra una pubblicità di Benetton. Al Carmine (Coppe, targhe, incisioni Benedini, Caccia e Pesca) se vedi un negozio merceologicamente superato è italiano, tutto il resto, quel che si compra e si vende davvero ogni giorno, il cibo, le stoffe, le schede telefoniche, è straniero e sottocosto. L'abbigliamento per neonati è cinese. Le onoranze funebri italiano. C'è un ristorante indiano che serve menu italiano a mezzogiorno e ci sono due lumbard che vendono abbigliamento etnico su un banco in piazza, Chi ha passato l'attività è stato pagato in contanti, parte in nero, ha sorriso e adesso critica l'immigrazione selvaggia seduto per ora a un tavolino con il conto in banca a fare da scudo. Se vuole installare il condizionatore chiama hafeez Tahir, "the best electrician" del quartiere. Il cambiamento lo vedi, lo ascolti, lo puoi perfino annusare. All'ora dei pasti salgono odori multietnici, speziati e forti. Al mercato locale le vendite di cipolle sono più che decuplicate. (....) Adesso si corre ai ripari: uina legge regionale ha limitato il numero dei phone center, si impongono restauri negli appartamenti e si controllano gli affitti, ma la legge di natura è implacabile, nel giro di dieci anni l'ultimo italiano lascerà per scelta o per decesso, la contrada al cui ingresso, ironicamente, esiste a resistere un negozio chiamato "Medinitali". E' una maledizione o una benedizione? (...) Secondo una teoria quello della torre di babele è un racconto satirico, è una satira dell'impero, che condanna l'uniformità, esalta la diversità e ci dice che è voluta da Dio, appartiene al nostro patrimonio e non si può cancellare. Qui siamo, cittadini di una contrada globale, tra tonnellate di cipolle, carne halal, massaggi relax, scarpe da cinque euro, preghiere in tutte le lingue del mondo. E così sia."
Gabriele Romagnoli, estratto da La Domenica di Repubblica, 24/06/2007

Secondo dati Istat l'88% della popolazione straniera risiede nel centro nord, ben un quarto in Lombardia, con un'incidenza del 7% sul totale dei residenti. Nella Provincia di Brescia questa quota sale al 10% e al 13% quando si considera il comune. Brescia, la città babele, ovvero la città statisticamente più multietnica d'Italia, sta pian piano digerendo i cambiamenti innescati dal suo melting pot, dove un bambino su tre nasce da genitori immigrati. E' possibile immaginare in questo scenario la società futura, come luogo di pacifica convivenza delle diversità? C'è davvero qualcosa da perdere in questo scenario? Forse quello che stiamo perdendo è il senso e le origini della nostra cultura, ma non perchè la minacciano gli altri, "i diversi", ma semplicemente per incuria, per totale noncuranza quotidiana...

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