venerdì, aprile 13, 2007

Oggetti in via d'estinzione

Questo è un argano. Anzi, mi correggo, è uno degli ultimi argani del mio paese. Quand'ero piccola il mare odorava di conchiglie appena pescate e mio nonno e mio padre lasciavano per me, in un lato della barca, un secchiello blu ripieno di misteri. Erano stelle marine, ossi di seppia, gusci di cozze, cavallucci, alghe e cucciole. Le loro mani alla fine della giornata sapevano di salsedine e ricordo la faccia buona e scura di mio nonno quando sotto il sole del giardino ricuciva con un filo verde chiaro di nilon metri e metri di retine.
Quando ero piccola era tutto grandissimo e gli argani popolavano ogni pezzetto di spiaggia del mio paese. La loro storia è antica, il loro legno odoroso e umido ha resistito a tanti strattoni, armeggi e tirature, ma sembra soccombere di fronte ad un porto che non è mai esistito e a delle barchette che sono scomparse o migrate altrove. Dovrò essere brava a convincere mio padre a raccontarmi quella storia, perchè qualcun altro la possa ricordare.
Gli argani di Porto Recanati sono pezzi in via d'estinzione, me ne metterei uno in casa per poterlo salvare, mi sembrerebbe di prendermi cura di un piccolo pezzo del mio passato. Mi viene in mente un passaggio di Veleggiando, un libro a cura di G. Perfetti sulla storia delle vele delle barche antiche di Porto Recanati: "nipote di un pescatore che a detta di mia madre era il primo a partire e l'ultimo a tornare, un pò per i racconti delle sue stravaganze, un pò perchè quel nonno io l'ho amato e con lui per la prima volta sono uscito in mare a cinque anni, ho sempre desiderato conoscere meglio il mondo di quegli uomini-marinai che ci hanno trasmesso tanto orgoglio di essere nati a Porto Recanati". Questo paragrafo, come l'argano, lo sento proprio mio.

Foto: letiziajp ©

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