mercoledì, gennaio 03, 2007

Partire senza andare lontano

Scorrendo rapidamente le testate dei miei giornali preferiti mi pare di capire che anche se l'anno è nuovo di zecca i contenuti non sono cambiati poi tanto. Come il gomitolo di Penelope, che rimpiccioliva di giorno e tornava ad incicciare la notte, quando la moglie fedele sfasciava la tela in attesa di tempi migliori. Per fortuna Ulisse arrivò e la tolse dall'imbarazzo di un gomitolo bulimico, ma sulla scena internazionale, mi chiedo, chi stiamo aspettando? Forse qualcuno che parli a voce più alta degli altri o forse gente che sappia ascoltare e prendere nota. Forse aspettiamo soltanto una memoria infinita, che inorridisce sempre e indiscutibilmente di fronte a tutti gli orrori, senza farne una questione di differenze. E io che blatero tanto, che posso fare? Le parole servono a poco ma a volte si infilano in posti impensabili, e allora perchè non tentare?

Inizio l'anno segnalando un libro che mi pare degno dei viaggi del prode Ulisse: "Viaje a Repsolandia" di Marc Gavaldá, la storia di un pellegrinaggio volto a capire e raccontare l'impatto del petrolio provocato dall'azienda petrolifera Repsol in giro per il mondo. Pare che l’impresa petrolifera ispano-argentina Repsol YPF sia chiamata a rispondere davanti alla legge in Bolivia, Ecuador, Argentina e Colombia. In Bolivia la multinazionale è accusata di contrabbando, falsificazione di documenti e omicidio; in Ecuador di evasione fiscale, in Argentina d’inquinamento ambientale, mentre in Colombia di finanziare gruppi paramilitari. Ho dato un'occhiata al sito della multinazionale, dove con sommo stupore ho trovato un'intera sezione dedicata a raccontare l'impagno dell'impresa in azioni di responsabilità sociale, rispetto dell'ambiente, difesa della cultura. Inquietanti virtuosismi se si tratta di rifarsi una dignità. Chissà dove ci porterà Gavalà una volta arrivati all'ultima pagina del suo libro. Magari a guardare più lontano. Magari a cercare anche sotto il nostro naso, il significato più intimo di tutte le cose.

Nessun commento: