martedì, ottobre 10, 2006

Umanità - a volte - alla deriva

Rabbrividisco al pensiero che un giorno potrei trovare normali tutti quei ragionamenti che ci stanno inculcando e che il cervello, a forza, si rifiuta ancora di immagazzinare. Procedure, concetti, sotterfugi, strategie. Alla fine, meccanicamente, numeri. Io che ero partita dalle parole, da quella rinfrancante beatitudine di trovare del mio negli altri e lasciare a mia volta un’impronta. Mi rifiuto di trovare spontaneità nei numeri. E se un giorno, in un attimo di distrazione, la macchina prendesse il sopravvento? Pensate ad Orwell e con quanta preveggenza descrisse la ribellione di una mente all’imposizione di una realtà unica e inconcepibile. Ma secondo voi la ribellione é cedere o non cedere? E’ lasciare il mondo esterno fuori o ricoprirsi di esso per poterlo modificare?
“Fissi lo sguardo laggiù, non so in cosa, e già si precipita a cercarlo la tua anima affilata, come saetta”. Mai smettere di guardare lontano. Vorrà dire vedersi e non scoprire più nessuna – intatta - profondità.

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