tag:blogger.com,1999:blog-24725424.post115676992951146730..comments2023-03-01T12:16:13.371+01:00Comments on CUENTOS PEREGRINOS: LA STORIA SIAMO NOILetiziahttp://www.blogger.com/profile/10555511190283103872noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-24725424.post-1156844038809707282006-08-29T11:33:00.000+02:002006-08-29T11:33:00.000+02:00Strano che l'abbiano ucciso, come il fratello del ...Strano che l'abbiano ucciso, come il fratello del resto....non me l'aspettavo...un paese così liberale e democratico eh...<BR/><BR/>Per quanto riguarda il PIL, Robert Kennedy è stato molto chiaro, preciso, puntuale.<BR/>E' veramente un incantesimo il fatto che i mercati finanziari spostino centinaia, forse migliaia, di milioni di euro e di dollari in base all'aumento o decremento di qualche decimo di punto percentuale del PIL, (o addirittura in base alla sola aspettativa di aumento o decremento minimo) destabilizzando intere economie.<BR/>Ma soprattutto è incredibile che i governi vivano in una sorta di continuo ricatto che àncora le loro scelte economiche-sociali-politiche al comportamento schizofrenico degli investitori internazionali, ai tassi di interesse e di cambio, alle aspettative razionali (o meglio poco razionali), a una logica che non pone il cittadino, o meglio l'uomo, al di sopra e al centro dei loro interventi gestionali, ma lo relega in una posizione subordinata alle variabili appena elencate, lo costringe a porsi al servizio del meccanismo economico che si è creato.<BR/>Non è piu' l'economia in funzione dell'uomo, ma quest'ultimo in funzione della prima.<BR/>Egli, l'uomo moderno, difficilmente puo' tendere al miglioramento della qualità della vita e alla ricerca della felicità perchè deve semplicemente rincorrere una posizione competitiva migliore di quella dei suoi simili(che siano un paese concorrente e confinante o il collega di lavoro) per mantenere privilegi fittizi, il cui mantenimento stesso è fonte di sofferenza,dolore,privazione, anomia,stress,malattia,stanchezza,infelicità.<BR/>Egli, l'uomo moderno, vede ogni minuto della sua vita scandito dallìossessione del "fare", ogni giorno riempito sino all'orlo, non gli resta nemmeno il tempo per avere coscienza di sè, deve crescere,produrre,migliorare,rincorrere affannosamente un obiettivo che è sempre piu' in là, sempre al di là della sua portata, cosi' come l'orizzonte per chi abbia la pretesa di raggiungerlo; è sempre perennemente sbilanciato in avanti e per non cadere è costretto a correre.<BR/>Egli, l'uomo moderno, non puo' raggiungere , per definizione, una posizione di equilibrio, non puo' stabilizzarsi (inficerebbe la crescita del PIL), non puo' calmarsi, non puo' stare solo con se stesso in estatica contemplazione, insomma non puo' stare fermo: da qui il senso di scacco esistenziale che prima o poi tocca tutti nel corso della nostra vita. <BR/>Egli, l'uomo moderno, si è ridotto a essere vittima poco consapevole o del tutto inconsapevole di se stesso, servo del meccanismo che si è creato, schiavo delle sue regole, in una sorta di perversa lesione cerebrale collettiva.<BR/><BR/>FRANCESCO MONALDIAnonymousnoreply@blogger.com